Un Anno Fa… Bahrain-McLaren, Mikel Landa senza mezze parole: “Alla Movistar ero sopraffatto, dovevo andarmene”
Quella che sta per iniziare è la stagione della verità per Mikel Landa. Il (da pochi giorni) 30enne spagnolo viene spesso indicato come “lo scalatore più forte del mondo”, ma non è ancora riuscito a lasciare grandi segni nel ciclismo mondiale: sì, è salito sul podio al Giro d’Italia 2015 (terzo) ed è stato quarto al Tour de France 2017, ma è convinzione comune che il basco possa fare ben di più e che sia stato spesso condizionato da logiche di squadra che non lo vedevano come prima scelta. Di questa opinione, fondamentalmente, è anche lui, che si prepara quindi con grande entusiasmo alla nuova avventura in Bahrain-McLaren, formazione di cui sulla carta è capitano indiscusso.
Landa ha parlato a ruota libera di passato, presente e futuro in un’intervista concessa a El Mundo: “Preoccupato da questo cambio radicale? No, ora stiamo lavorando con la squadra nel tracciare il percorso da seguire e nel chiarire le cose. Alla Bahrain ci sono persone con esperienza. Io negli anni ho imparato tanto e questo mi aiuterà ad affrontare questa sfida con tranquillità – dice l’ex Movistar – Non ho la minima preoccupazione”. Alla domanda sul perché ha lasciato la Movistar, il basco è estremamente diretto: “Ho militato in quella squadra in un’epoca in cui sono stato sopraffatto – le sue parole – Pensavo che non fosse il mio modo di correre e dovevo andarmene. Non potevo rimanere di più”.
Alla Bahrain-McLaren Landa trova Rod Ellingworth, uno dei pilastri del Team Sky che tanto ha vinto in questo decennio: “Il suo modo di lavorare è molto buono. Ha già strutturato la squadra infondendo la cultura del ‘prima i corridori'”. Tutto è molto definito, quelli che non pedalano sanno bene cosa devono fare per aiutarci”. Non c’è il rischio di trovare altri Geraint Thomas, Richard Carapaz o Fabio Aru, compagni di squadra che prendono il comando a cui Landa era predestinato: “Non è una cosa che mi importa. Vedo una squadra sempre pronta a darmi una mano. In Movistar già avevo avuto splendidi compagni di squadra, ma quello che succedeva era che non erano solo per me. C’erano anche Alejandro Valverde e Nairo Quintana. E stare con tutti e tre allo stesso tempo era complicato. Sfruttare ogni leader è difficile e non sempre si trova tutto ciò di cui hai bisogno”.
In squadra ora ci sono Pello Bilbao e Wout Poels, possibili minacce? “Vedremo – la risposta con il sorriso di Landa – Mi fido molto di loro, più di Pello per questioni di nazionalità, ma anche il neerlandese ha le idee chiare. E c’è anche Rafa Valls, un ciclista con un gran potenziale che è stato condizionato dagli infortuni”. Si parte per vincere il Tour de France, quindi? “Sono convinto di poter correre per vincerlo. Negli ultimi anni sono stato vicino ai migliori, ogni volta li ho visti più vicini. Togliendo Chris Froome, che ha dominato, Thomas ed Egan Bernal, anche gli altri non hanno mai vinto. Io mi vedo allo stesso livello”.
Landa spende anche buone parole per Vincenzo Nibali: “Ho corso con Froome, che calcolava sempre tutto, studiava i percorsi e ogni dettaglio per poter trarne vantaggio. Ma ho corso anche con Nibali, che è un’artista: in qualsiasi momento può venirgli in mente di ribaltare una situazione e sa vincere. Mi piace di più questo modo di correre, ovviamente: c’è più passione”. Il basco è uno dei pochi spagnoli di punta che non si è trasferito altrove: “Non vado a vivere fuori dalla Spagna perché essere a casa mi aiuta e mi dà la stabilità di cui ho bisogno per andare in bicicletta. Sì, paghi più tasse ma devi mettere tutto sulla bilancia. La Fundación Euskadi (la squadra Professional che dirige – ndr)? Nessuna deduzione, come presidente metto solo soldi”.
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